martedì 28 gennaio 2014

AUSL Romagna: raccolta firme anche a Faenza

sprechi-sanitaRiceviamo e pubblichiamo, dal Comitato Sanità Pubblica Romagnola.

I cambiamenti della sanità romagnola vanno avanti. In un paese in crisi economica profonda, la spending review del governo Monti (2012), determina un taglio dei fondi per la sanità. Le forze politiche ora al governo non ridiscutono le scelte fatte dal governo tecnico.

E’ stata promulgata la legge regionale relativa al progetto di Azienda Unica (19/11/2013 ), la giunta regionale ha nominato il nuovo direttore generale (23/12/2013), ed è nata la Azienda Unica della Romagna (1/1/2014). Ha preso forma un progetto che racchiude in una unica azienda una popolazione di circa 1.150.000 persone appartenenti a tre diverse provincie (Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini). Si tratta di una superficie di 5000 km quadrati con oltre 70 comuni di cui 4 con una popolazione di oltre 90.000 abitanti (Ravenna, Rimini, Forlì e Cesena). Per quanto riguarda la provincia di Ravenna, il primo atto previsto è la riorganizzazione ospedaliera con il taglio di 170 posti letto pubblici, di cui 51 nel presidio ospedaliero di Faenza. Riteniamo che la riorganizzazione dei servizi in un territorio così ampio possa comportare disagi enormi, specie per i cittadini residenti nelle aree periferiche. In un futuro prossimo, inoltre, la Romagna potrebbe non essere omogenea dal punto di vista politico-amministrativo e questo diverrebbe causa di gravi difficoltà gestionali.

Si progetta inoltre di spostare nel territorio tutta la gestione della patologia cronica. A fronteggiare il carico enorme di lavoro sul territorio restano lo stesso numero di medici di famiglia coadiuvato da un esiguo numero di infermieri. Riteniamo che sia un progetto debole e che comunque dovrebbe essere sperimentato e verificato prima del taglio dei posti letto ospedalieri.

Centri pieni e centri vuoti

shopping-mall-wpckiLa psicopatica gestione del commercio nella Bassa Romagna

La gestione del commercio nei Comuni della Bassa Romagna è sempre più surreale e insensata. Da un lato stiamo tutti assistendo al triste fenomeno dello svuotamento dei centri storici dei nostri Comuni. Negli anni sempre più attività commerciali sono state costrette alla chiusura, trasformando, loro malgrado, i centri storici dei nostri paesi in desolati deserti. Dall'altro lato, però, non si ferma il proliferare di centri commerciali al di fuori dei centri storici. Non ultima la variante che a breve verrà approvata a Bagnacavallo, in area Naviglio, in prossimità dell'accesso all'A14-dir. Già questa si tratta di un'area commerciale enorme e sproporzionata, nella quale si propone ora di creare un'enorme superficie di vendita al dettaglio alimentare.

Esattamente, come si giustificano questi interventi, quando si è costretti a impiegare risorse ed energie per valorizzare i nostri ormai morti centri storici? Che senso ha parlare di centri commerciali naturali, quando si parla di centri storici, se poi la politica consente tutt'altro?

domenica 26 gennaio 2014

Scorie degli inceneritori in arrivo a Conselice

[caption id="attachment_1019" align="alignleft" width="240"]Immagine tratta da http://myzerowaste.com/ Immagine tratta da myzerowaste.com[/caption]

Il 13 del mese corrente la Regione ha approvato il progetto, presentato da Officina dell’Ambiente, per il trattamento di scorie di combustione. Finiranno a Conselice le ceneri di tutti gli inceneritori Hera dell’Emilia-Romagna, rifiuti classificati in buona parte come pericolosi e che dopo semplice trattamento meccanico e fisico, vale a dire macinatura e setacciatura, che non ne elimina la pericolosità, finiranno nelle ceramiche, nel cemento e nei laterizi per l’edilizia. Progetto scellerato, come a suo tempo è stato quello dell’amianto, che avvelenerà ambiente, operatori del settore edile e ignari cittadini che si porteranno in casa rifiuti pericolosi mascherati da prodotti edili.

Lo Studio di Impatto Ambientale di questo progetto porta la firma di Hera che avendo adottato una politica sui rifiuti volta all’incenerimento, più che al contenimento della loro produzione e l’invio al riciclaggio, ha necessità di smaltire le scorie pericolose degli inceneritori. Cosi facendo l’affare é doppio, prima ottiene finanziamenti pubblici per incenerire rifiuti facendo passare la cosa come produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, e poi smaltirà le scorie pericolose di tale attività con lo stabilimento di Conselice. Ma Hera chi è?

lunedì 20 gennaio 2014

In memoria di Giorgio Gardiol

[caption id="attachment_1012" align="alignleft" width="202"]Giorgio Gardiol nel 1997 Giorgio Gardiol nel 1997[/caption]

Domenica 19 gennaio a 71 anni ci ha lasciato Giorgio Gardiol.

Giornalista, laureato in scienze politiche, specializzato in diritto amministrativo, esponente della comunità valdese, abitava a Pinerolo.

Eletto deputato per i Verdi, nel collegio di Settimo Torinese, nella coalizione dell'Ulivo nel 1996, dopo essere stato consigliere comunale e provinciale.

Alla Camera dei Deputati faceva parte delle commissioni Lavoro e Attività Produttive.

Preparato, documentato, lavoratore instancabile si era guadagnata la stima dei colleghi, compresi gli avversari politici.

Tra i suoi temi più sviluppati: il rapporto tra lavoro ed ecologismo, la necessità di una nuova cultura del movimento dei lavoratori per affrontare il tema di cosa produrre, di che energia usare e la consapevolezza dei limiti ecologici all'uso delle materie prime e dell'energia.

Quindi un difficile dialogo con gli esponenti sindacali e non di quel mondo.

martedì 14 gennaio 2014

Ripristiniamo la Legge Regionale sui dialetti

[caption id="attachment_1000" align="alignleft" width="300"]Giuseppe Belosi e Paolo Galletti Giuseppe Bellosi e Paolo Galletti[/caption]

Giuseppe Bellosi, poeta e studioso dei dialetti romagnoli, Fausto Carpani, studioso dei dialetti bolognesi, Paolo Galletti, presentatore della Legge Regionale sui dialetti del 1994 e co-coordinatore regionale dei Verdi, hanno tenuto oggi a Bologna, nella sede della Regione, una conferenza stampa per rimediare alla improvvida bocciatura della Legge Regionale sui dialetti. La legge a suo tempo fu approvata all'unanimità e per inopportuna distrazione è stata abrogata quasi all'unanimità . Riconosciuto l'errore da parte dell'Assessore alla Cultura Mezzetti, presente alla conferenza stampa con il Consigliere Zoffoli, occorre trovare la strada per correggere questo scivolone e sostenere il dialetto anche in Emilia-Romagna.

I promotori della conferenza stampa, che ha avuto l'adesione di Marco Martinelli, regista de Le Albe, Ivano Marescotti, attore, Eraldo Baldini, scrittore, Giovanni Nadiani, scrittore, Luigi Lepri, scrittore, di vari sindaci romagnoli e di migliaia di cittadini sui social network, hanno proposto di ripresentare la legge, aggiornandola nella parte attuativa come hanno fatto in questi anni varie regioni italiane, rendendola più accessibile e meno farraginosa.

martedì 7 gennaio 2014

Un grave errore l'abrogazione delle Legge Regionale sui dialetti

20110524141845!Dialetto_emiliano_romagnolo"I DIALETTI VANNO TUTELATI COME I PAESAGGI" così l'italianista Ezio Raimondi, tra i promotori della Legge Regionale dell'Emilia-Romagna sui dialetti (la prima in Italia), approvata dopo un grande lavoro con gli esperti, coordinati dal poeta Giuseppe Bellosi.

La legge è del 1994. Io ero il proponente e il Consiglio Regionale dell'Emilia-Romagna la approvò.

Da Verde quale ero e sono ritengo il dialetto una ricchezza culturale e la sua perdita un venir meno delle radici. Per dialogare con altri occorre partire dalle proprie radici, non certo usare il dialetto come arma di discriminazione.

Come dice Raimondi, occorre tutelare anche il paesaggio della lingua, oltre quello naturale. Oggi che la barbarie dominante cancella ogni radice, si riscopre il dialetto nel teatro, nella musica, nella letteratura. Non come folclore consumistico ma come lingua dell'anima.