mercoledì 28 settembre 2011

Conselice: in arrivo le ceneri degli inceneritori

E' stato presentato in Regione un progetto per il recupero delle scorie degli inceneritori di rifiuti da parte di Officina dell'Ambiente S.p.A., che prevede la costruzione di un impianto di trattamento a Conselice (RA), nell'area oggi occupata dal colorificio ceramico Endeka S.p.A. L'impianto, identico a quello già avviato da Officina dell'Ambiente a Lomello (PV), dovrà trattare le ceneri degli inceneritori di HERA, per trasformarle in Matrix, un prodotto utilizzabile nella produzione di cemento e altri prodotti per l'edilizia. I rifiuti consisteranno in ceneri pesanti contenenti anche sostanze pericolose.

La tabula rasa delle Ferrovie

Nel mese di aprile le Ferrovie dello Stato hanno provveduto alla manutenzione delle massicciate ferroviarie, per limitare la proliferazione della vegetazione che poteva provocare disturbo e pericoli al transito dei treni. L'intervento, costituito non dal taglio abituale della vegetazione, ma dal diserbo chimico, nella provincia di Ravenna, è stato realizzato da una ditta privata di Tarquinia (Viterbo), per conto di RFI S.p.A. Anche se, a sentire i tecnici della ditta esecutrice e anche le stesse Ferrovie, pare che l'intervento di diserbo chimico sia stato eseguito con assoluto rispetto delle regole, immediatamente sono sorte le proteste dei residenti, soprattutto nell'area di Russi e di Lugo.

Crisi delle pesche o crisi del modello economico?

La crisi delle pesche e delle nettarine in Romagna, già annunciata da tempo, sembra essersi aggravata nell'ultimo anno, tanto da aver interessato anche l'Unione Europea, con l’aumento delle indennità di ritiro, e il Parlamento Italiano, con l'approvazione di una risoluzione della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Eppure siamo ancora lontani dalla soluzione del problema; le pesche vengono pagate 20/30 centesimi al chilogrammo ai produttori e rivendute da 4 a 7 volte tanto ai consumatori, con una speculazione nella fase di distribuzione che ha dell'incredibile. Persino il PD sembra essersi accorto dell'esistenza della crisi e della sua causa e ha fatto approvare dal Consiglio Regionale dell'Emilia-Romagna una risoluzione nella quale si chiede che venga riaperto il tavolo nazionale tra la grande distribuzione organizzata e le imprese di produzione ortofrutticole e le loro organizzazioni.

Si scrive estrazione di metano, si legge subsidenza

Da sempre il territorio della provincia di Ravenna è stato sfruttato per l'estrazione del metano dal sottosuolo e ultimamente la Bassa Romagna sembra essere diventata il centro delle ricerche di pozzi di metano nella zona. In particolare è stato trovato un giacimento di notevoli dimensioni fra Lugo e Bagnacavallo che si estende anche sotto i territori dei Comuni di Cotignola e Faenza, fino anche ad Alfonsine, ad una profondità che varia da 2525 a 2839 metri.
Già da alcuni anni, infatti, sono attive nella Bassa Romagna le ricerche e ora, a quanto pare, grossi gruppi come ENEL Longanesi e Padana Energia (ex controllata ENI) hanno manifestato la volontà di iniziare a estrarre il metano. Le due imprese hanno presentato le pratiche in Regione per l'avvio della procura di Valutazione di Impatto Ambientale e, da quello che si sa, molto probabilmente otterranno l'autorizzazione a procedere con l'estrazione del gas.

Centrale a biomasse di Russi, una battuta d'arresto

Dopo l'approvazione della discussa centrale a biomasse di Conselice da 49 MW e il successivo ampliamento a 58 MW con innalzamento dei limiti di emissione, sembrava cosa fatta l'arrivo di una nuova centrale in provincia di Ravenna, fra Russi e Boncellino, questa volta da 30 MW. La contestata approvazione da parte della Giunta Regionale, con gli equilibrismi di SEL, IdV e Federazione della Sinistra, “fortemente” contrari in tempo di elezioni, ma “assenti” al momento della votazione, aveva spianato la strada alla nuova centrale. Lunedì 4 luglio la Giunta aveva anche approvato una strana delibera (n. 969/2011), con la quale si propone al Consiglio Regionale un documento che individua le aree idonee e non idonee per l'installazione di centrali a biomasse e biodigestori, escludendo però la centrale di Russi. La delibera, che attua, con un po' di ritardo, le linee guida approvate dal Ministero dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010, con tutto quello che è accaduto almeno nella provincia di Ravenna, finisce, come si suol dire, per chiudere la stalla quando sono scappati i buoi.